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Il meraviglioso fratello dell'ex ragazza


di Difficilissimo
02.03.2016    |    22.594    |    5 9.4
"Ciao a tutti, torno a scrivere un racconto ma faccio una piccola premessa: stavolta, al contrario di quasi tutti le mie precedenti pubblicazioni, si tratta..."
Ciao a tutti, torno a scrivere un racconto ma faccio una piccola premessa: stavolta, al contrario di quasi tutti le mie precedenti pubblicazioni, si tratta di un racconto di fantasia. Di reale c'è solo la parte iniziale, ossia quella della conoscenza e, quindi, i personaggi. Tutto quello che si svilupperà nel corso della narrazione sarà soltanto frutto della mia immaginazione! Per coloro che hanno seguito i miei ultimi racconti, aggiorno rapidamente sulla situazione: tra me e Mario va tutto benissimo! In questo racconto, per una questione di sviluppo della storia, mi fingerò single!
Tutto ebbe inizio circa due anni e mezzo fa, era Estate e mi ero da poco lasciato con una mia ex ragazza. Per “smaltire” la rabbia e la delusione avevo deciso di provarci con un'altra tipa. La corteggiai per diverse settimane, inizialmente lei sembrava diffidente, poi pian piano iniziò ad apprezzare la mia dolcezza e la mia perseveranza, comunque sempre dentro certi limiti e mai invadente. Alla fine ottenni, finalmente, la possibilità di avere un appuntamento e iniziammo a vederci. Si chiamava Elena, era molto molto bella, poco più di 1,70, lunghi capelli lisci biondi, occhi verdi, viso molto grazioso; a voler essere proprio puntigliosi, era un attimino troppo magra anche se poi le forme erano gradevoli e rapportate al fisico molto sportivo, all'epoca dei fatti aveva 18 anni e forse la differenza di età fu alla base del mancato successo della vicenda. Il nostro “vedersi” durò per alcune settimane, non era una cosa quotidiana ma inizialmente sembrava che a lei facesse piacere avermi nella sua vita e ci scappò qualche bacio, niente di più se non una sera che, forse un po' brilla, mi aveva fatto una sega in macchina, salvo poi pentirsene il giorno seguente. Alla fine decidemmo, di comune accordo, di smettere di vederci, senza litigare e senza rancore, semplicemente tra noi non era scattato nulla e lei sembrava sempre un po' frenata. Di positivo, alla fine, mi rimase l'incontro con la persona che sarà poi protagonista del mio racconto. Una sera Elena mi aveva chiesto di accompagnarla ad una sorta di sfilata di moda per un prodotto di abbigliamento della zona. A dire il vero credo che me lo avesse chiesto più per necessità di passaggio che per reale intenzione di vedermi presente all'evento ma vabbè, sta di fatto che all'ora prefissata mi trovavo con la mia auto sotto la sua abitazione. In ritardo, come al solito, si aprì il portone di casa sua e venne fuori, bella e curata come sempre, Elena ma dietro di lei apparve un ragazzo. Era semplicemente meraviglioso, una figura divina, una cosa incredibile. Anche lui biondo, occhi verdi, circa 1,75, magro con un viso da angelo e una somiglianza piuttosto eclatante con Justin Bieber, anche se meno “fisicato” del cantante canadese, che è pur sempre una mia icona gay. Era anche vestito molto molto bene, con un pantalone bianco col risvoltino che metteva in bella mostra una caviglia molto delicata e femminile, un mocassino e una camicia azzurra. Inizialmente mi chiesi chi fosse quel ragazzo, sarebbe stato il colmo che Elena mi chiedesse il passaggio e poi magari portasse con lei qualche tipo con cui si stava sentendo. Tuttavia il mio timore si rivelò immediatamente stupido e insensato: era il fratello!!! E che fratello aggiungerei!! Si chiamava Manuel, detto Manu per gli amici, e all'epoca dei fatti aveva 15 anni, anche se ne dimostrava di più, almeno 18. Praticamente per tutta la serata rimasi seduto al tavolo con Manu, costretti a guardarci tutta quanta la sfilata. Entrambi eravamo annoiati e ingannammo il tempo scambiando qualche chiacchiera. Sinceramente mi sembrò un ragazzo abbastanza freddino e poco incline a dare confidenza, inoltre sembrava anche piuttosto geloso della sorella e infatti mi domandò anche se io e Elena stavamo insieme, cosa che negai visto che non era vero; tuttavia, a forza di parlare, pian piano si sciolse e alla fine riuscimmo a rendere meno noiosa del previsto una serata altrimenti abominevole. Al ritorno ci fermammo, assieme ad Elena, a bere qualcosa in un bar vicino casa loro e lei stessa notò che in fondo io e Manu, considerando anche il carattere del fratello, avevamo una certa simpatia l'uno per l'altro. Qualche giorno dopo, io e Elena decidemmo di chiudere i rapporti e di restare amici, anche se poi si rivelò una di quelle frasi dette tanto per, visto che praticamente non ci siamo più rivisti se non per incontri casuali, mantenendo, di fatto, solo l'amicizia su facebook e i rispettivi numeri di telefono. L'amicizia su Facebook fu anche ciò che ottenni da Manu e in questo caso, al contrario di Elena, sono riuscito a sentirlo alcune volte in chat durante questi anni, più che altro per sapere come stavamo o per rispondere ai suoi continui inviti a serate in discoteca, visto che nel mentre aveva intrapreso la strada del PR!
Classico pomeriggio di noia, niente da fare, non avevo nemmeno lavoro e gli amici erano tutti impegnati per cui presi la decisione di andare a vedere, al campo, la partita della Juniores della squadra dove gioco. E' una cosa che faccio spesso, soprattutto per vedere all'opera i ragazzi che si allenano con noi della Prima Squadra. La partita in programma era di quelle accese, visto che era una sorta di derby, una gara molto sentita per i nostri. Mi accorsi quasi subito che tra le file avversarie giocava Manu! Sapevo a malapena che giocasse a pallone, ma non ero a conoscenza di null'altro, quindi nemmeno della squadra. Ad essere sinceri, in un contesto di ottima squadra qual era la sua, Manu mi sembrò da subito il meno bravo. Correva, correva davvero tanto, anzi difficilmente ho visto correre tanto un ragazzo di quell'età in 90 minuti ma con i piedi era un mezzo disastro. La sua squadra però era davvero forte e alla fine vinse la partita meritatamente e Manu, pur con le sue difficoltà tecniche, fece comunque una gara molto generosa e di grossa utilità per i suoi compagni. A fine partita mi trovavo nel parcheggio dello stadio a parlare con alcuni dirigenti della mia e della sua società e con alcuni miei compagni di squadra quando, di massa, iniziarono a uscire gli avversari per avviarsi verso i loro due pulmini. In fondo al gruppo, un po' claudicante, con i capelli ancora non perfettamente asciutti, sbucò il bellissimo viso di Manu. Ci mise pochissimo a riconoscermi e si fermò verso di me per parlare un po'. Iniziammo una piacevole conversazione, improntata principalmente su quanto avevo visto io della partita, poi quasi spavaldamente, con un exploit che non gli attribuivo visto il carattere un po' cupo, mi chiese se mi scocciasse riaccompagnarlo a casa così da abbreviarli la via del ritorno visto che altrimenti avrebbe dovuto attendere l'intero giro del pulmino e così da poter anche continuare la nostra conversazione. Sinceramente riaccompagnarlo mi avrebbe portato un po' fuori mano, essendo anche quasi ora di cena, ma non me la sentivo proprio di rifiutare perciò acconsentì, lui avvisò i dirigenti che sarebbe tornato con me, caricò il borsone in auto e si mise al posto del passeggiero. Lo trovavo leggermente cresciuto rispetto ai tempi di Elena, aveva preso almeno 2-3 centimetri in altezza e si era un po' irrobustito, pur rimanendo molto magro. Di viso era rimasto quasi uguale, pochissimi cambiamenti nei lineamenti che non gli impedivano di essere davvero meraviglioso. Durante il tragitto mi disse che era distrutto, che aveva corso come non mai in vita sua perchè la partita era molto importante e sapeva che avrebbe dovuto impressionare allenatore e compagni col sacrificio, visto che i piedi erano quello che erano. Quasi scherzando, gli feci presente che l'unico rimedio a quei dolori muscolari e a quella spossatezza era un bel massaggio lungo e paziente, eseguito con maestria. Mi resi quasi subito conto di aver detto una cazzata che poteva anche essere fraintesa e infatti lui la fraintese ma in senso positivo, visto che mi chiese se io ero in grado di eseguire questo massaggio da maestro! Obiettivamente ero sempre stato bravo a massaggiare, avevo un tocco di mano molto delicato e inoltre ero molto paziente, riuscendo a eseguire il gesto anche per lunghissimi lassi di tempo. A quel punto, assodato che quel massaggio avrei potuto farglielo, mi disse la sua idea: fermarsi in pizzeria a mangiare un paio di pezzi di pizza e berci una birretta, poi su da lui a fare questo tanto desiderato massaggio. Gli chiesi soltanto se non ci fossero i genitori o Elena a casa, che magari sarebbe stato imbarazzante e mi disse che aveva una mansarda sopra che affittavano solo l'estate, dove lui stava spesso con i suoi amici a guardare la tv o giocare alla play. Mi sembrava tutto ottimo, per cui accettai la proposta, attesi che lui avvisasse a casa della cosa, poi ci fermammo a mangiare qualcosina e infine arrivammo, finalmente, a casa sua. La mansarda era molto graziosa e ben arredata, anche se decisamente piccolina. Manu mi portò in camera da letto e mi chiese quali indumenti si sarebbe dovuto togliere. Provai a giocarmi tutte le mie chance e gli spiegai che solitamente questi messaggi, per farli davvero rilassanti, andavano fatti integrali, che avrei spaziato dalle gambe alla schiena e che quindi più vestiti toglieva e più sarebbe stato agevole il mio compito. Senza scomporsi minimamente, iniziò a spogliarsi, togliendo dapprima le scarpe e, poi, nell'ordine la felpa, la canottiera, i pantaloni e i fantasmini ai piedi. Lo guardai, era da togliere il fiato tanto era bello, un fisichetto da adolescente perfetto, con gli addominali e i pettorali leggermente scolpiti, le gambe prive di peli e appena muscolose, dei perfetti piedini. Mi andava benissimo anche così, con quel boxer attillato ma lui mi sorprese oltre ogni mia aspettativa, domandandomi se avrebbe dovuto togliersi anche le mutande. Per non essere troppo esplicito, gli dissi che poteva fare come preferiva, che tanto la cosa rimaneva là e non avrei sicuramente fatto caso al corpo nudo. A questo punto scrollò le spalle, come a dire “chissenefrega” e si abbassò i boxer fino a levarli. Inizialmente avevo di fronte a me il suo sedere, non molto in carne ma comunque abbastanza “femminile” e totalmente privo di peli, poi appena si girò vidi il suo cazzo, che era ancora moscio. Lo trovai di dimensioni non enormi, direi nella norma, in quanto a lunghezza ma piuttosto largo e leggermente scappellato in punta, con attorno i peli biondi. La situazione stava davvero iniziando a farsi interessante ed eccitante ma ora dovevo essere bravo a giocarmi al meglio le mie carte senza commettere errori. Lo feci stendere a pancia in sotto, poi mi misi a cavallo del letto singolo, all'altezza delle sue gambe, che gli feci mettere ai lati dei miei fianchi. Praticamente ero a due passi dal buchetto del suo culo ma dovevo resistere e puntare successivamente a quel ben di Dio. La prima parte del massaggio, eseguito con tutta la mia concentrazione e la mia bravura, fu sulla sua schiena e Manu si rilassò tantissimo, tanto da cadere quasi nel sonno. Ogni tanto riapriva gli occhi e mi faceva i complimenti, esortandomi a proseguire in quella rilassantissima pratica. Dopo un lungo e curato massaggio alla schiena, lentamente passai sulle gambe, passando rapidamente anche la mano sul sedere ma senza soffermarmi sulla zona, giusto per sondare la sua reazione, che non ci fu assolutamente. Le gambe erano certamente la parte che aveva più affaticata e dove necessitava di maggior relax, per cui anche qui mi soffermai a lungo, arrivando spesso anche a massaggiare i piedini, da puro amante del fetish quale sono. Mi capitò spesso di passare la mia mano anche all'interno delle sue cosce ma quando si avvicinava la zona più “calda” tornavo indietro, un po' per pudore e un po' per torturarlo e costringerlo a esporsi. Il momento chiave della vicenda arrivò quando gli chiesi di girarsi dall'altra parte per poter massaggiare anche la parte frontale del suo corpo. Inizialmente si oppose, dicendomi che non era il caso e capì immediatamente che era arrapato ma la cosa era anche naturale, visto che era stato tutto quel tempo con l'uccello nudo a contatto con il materasso mentre lo accarezzavo. Gli spiegai di non avere timore e che era una cosa naturalissima se gli si era arrapato il cazzo e che non ci avrei fatto nemmeno caso (si, come no! Ahaha). Alla fine, convinto, si girò, mostrandomi un cazzo arrapatissimo e che sembrava davvero sul punto di esplodere. Era abbottato in maniera incredibile, duro come il marmo e molto largo, aveva veramente un bel cazzetto, c'era poco da dire. Facendo, inizialmente, finta di nulla, ripresi a massaggiargli il corpo, prima sul petto, prestando una grossa attenzione ai pettorali e agli addominali, che era un vero piacere toccare, poi di nuovo sulle gambe, sempre arrivando fino a piedi. Lui stava ad occhi chiusi e notai spesso che il suo cazzo si muoveva, stava veramente per scoppiare dalla voglia e così feci l'affondo decisivo. Con fare abile, feci più volte in modo che la mia mano, mentre scivolava dalle gambe al tronco superiore e viceversa, si avvicinasse sempre di più alla sua zona intima. Inizialmente la sfiorai, poi vedendo che l'unica sua reazione era quella di muovere da solo il cazzo verso l'alto, presi più coraggio e arrivai praticamente a toccarlo. Il mio massaggio era ora integrale e passavo senza remore anche sul cazzo stesso. La sensazione di palparlo era indescrivibile, stavo semplicemente scoppiando anche io di voglia e lui non diceva assolutamente nulla!!! A questo punto, senza farmi più troppi problemi, gli domandai se voleva che terminassi l'opera con quello che i cinesi chiamano “happy ending” nei loro saloni di massaggi, ossia con la famosa pugnetta e lui annuì con la testa, sorridendo. Impugnai deciso il suo cazzo e iniziai a segarlo con maestria, senza andare troppo veloce ma tenendo comunque salda la presa e muovendo con vigore la pelle del suo pene su e giù. Per rendere la cosa ancora più rilassante e piacevole, con l'altra mano gli massaggiavo il corpo, arrivando fino ai coglioni, che tenevo saldamente nelle mani quasi strizzandoglieli ma senza fargli male. Manu stava godendo, più di una volta si passò la lingua tra le labbra, poi lo vidi agitarsi sempre più, iniziò a muoversi con più foga sul materasso, non lesinò qualche gemito e poi, finalmente, si liberò di tutta la sborra che aveva nel cazzo, che finì corposa sulla mia mano. Manu era quasi senza fiato, aveva avuto un orgasmo piacevolissimo ma allo stesso tempo mi sembrò molto rilassato, anche se ora avevo timore per la sua reazione a cazzo svuotato, che a volte possono essere in totale contrapposizione con quanto fatto. Dopo un po' di secondi di silenzio, senza dire niente si alzò e andò in direzione del bagno a pulirsi. Io rimasi là, sul letto, con la mano ancora sporca di sperma e, approfittando della sua assenza, pensai bene di portarla un attimo alla bocca e di assaggiare il suo nettare. Aveva una sborra molto densa, corposa e dall'odore e dal sapore decisamente forti, tuttavia fu una sensazione piacevole. Poco dopo sentì Manu che mi chiamava, andai in bagno e lui era là a sciacquarsi il cazzo nel bidet. Mi disse “Hey, lavati se vuoi eh!” sorridendo! Perfetto, non se l'era minimamente presa!! Attesi che Manu si rivestì, poi mi ringraziò dicendo che gli avevo dato una mano enorme a rilassarsi e mi promise che si sarebbe fatto vivo quanto prima! A me non restava che sperare, avevo troppa voglia di quel magnifico 18enne!

PS: Mi scuso se ci sono eventuali errori di ortografia ma l'ho scritto live! Spero vi sia piaciuto, in tal caso mi metterò all'opera per un seguito :)
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